domenica 29 luglio 2012

Il caldo nella poesia italiana decadente e simbolista

Il caldo nella poesia decadente e simbolista è spesso associato a situazioni di dissolvimento o di profonda stasi: così in "Meriggio di luglio" di Augusto Ferrero, la canicola causa uno scioglimento del pensiero che si dilegua lentamente; situazioni simili si trovano anche in "Afa di luglio il canto che non varia" di Camillo Sbarbaro e in "Al Sangone" di Fausto M. Bongioanni, mentre in "Afa" di Corrado Govoni, l'arrivo di un terribile uragano causato dal troppo caldo assume una sorta di divino ammonimento. Un altro ricorrente simbolo che si riscontra associato al caldo è quello della forza, trasmessa in questo caso dalla potenza del sole che coi suoi penetranti raggi si insinua nelle carni umane e gli dona una vigoria inusitata, è il caso di alcuni sonetti di Carlo Vallini presenti nella raccolta "La rinunzia". A proposito del caldo, è utile ricordare l'eloquente titolo dell'opera poetica più famosa di Maurice Maeterlinck: "Serres chaudes", che vuole porre in risalto, tornando a monte, una presenza di calma assoluta, di calore intenso e di immobilità perpetua, e a tal riguardo si legga la poesia di Tito Marrone "La stufa".



Poesie sull'argomento 

Diego Angeli: "Sogno di un pomeriggio di estate" in "L'Oratorio d'Amore" (1904).
Fausto M. Bongioanni: "Al Sangone" in "Venti poesie" (1924).
Giovanni Camerana: "Canicola" in "Poesie" (1968).
Giovanni Alfredo Cesareo: "Calmeria di scirocco" in "Le consolatrici" (1905).
Federico De Maria: "Camino" in "La Ritornata" (1932).
Augusto Ferrero: "Meriggio di luglio" in "Nostalgie d'amore" (1893).
Corrado Govoni: "Afa" in "Poesie elettriche" (1911).
Giuseppe Lipparini: "Hesperos" in "Le foglie dell'alloro. Poesie (1898-1913)" (1916).
Tito Marrone: "La Stufa" in "Le Gemme e gli Spettri" (1901).
Nino Oxilia: "Batte sull'aia brillando il fulgido" e "Posa il meriggio..." in "Canti brevi" (1909).
Nino Oxilia: "Il canto dell'ira" in "Gli orti" (1918).
Guido Ruberti: "Nubila" in "Le fiaccole" (1905).
Camillo Sbarbaro: "Afa di luglio il canto che non varia" in "Resine" (1911).
Domenico Tumiati: "Calore precoce" in "Musica antica per chitarra" (1897).
Carlo Vallini: "Agosto, la vertigine solare" in "La rinunzia" (1907).
 
 

Testi 

CALORE PRECOCE
di Domenico Tumiati

. . . . . . . . . . . . .
L'olezzo violento
dei tuberosi viene,
e percuote le vene
lungo serpeggiamento:

quale ricordo spento
d'un'estate lontana;
d'afa meridiana
torpido spossamento,

quale corsa sfrenata
senza sapere dove,
mentre il sudore piove
da la guancia infocata.

(Da "Musica antica per chitarra")

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