domenica 17 febbraio 2013

La piazza e gli aranci tutti accesi

La piazza e gli aranci tutti accesi
con frutti rotondi e ridenti.

Baraonda di piccoli scolari
che, all'uscita sfrenata della scuola,
empiono l'aria della piazza in ombra
col gridio delle loro voci nuove.

Allegria d'infanzia ai cantoni
delle città morte!...
E un nostro qualcosa di ieri che ancora
vaga, vediamo, per queste vecchie strade.


(Antonio Machado)
Da "Poeti del Novecento italiani e stranieri", Einaudi, Torino 1960
 





Questa poesia di Machado stimola il pensiero a tuffarsi nei ricordi lontani, probabilmente per molti i più belli della vita intera: quelli dell'età infantile; a quanti succede di ripensarci (con rimpianto indicibile) ancora oggi, ogni volta che, per caso o per intenzione, capita di ripassare davanti all'istituto scolastico nelle cui aule si è passato lungo tempo, da bambini. Ritornano alla mente tante cose ormai perdute per sempre, irripetibili come l'allegria pura, sincera e grande che nasceva da situazioni semplici, da pensieri e da entusiasmi che solo i bambini possono vivere. Quello che dice il poeta è verità: in quei momenti, in quei luoghi precisi esiste "qualcosa di noi", appartenente al "nostro" passato remoto, che ancora vaga: allora, leggendo questi stupendi versi, molti si rivedranno bambini, uscire dalla scuola e correre felici verso la casa dei genitori o dei nonni, desiderosi di giochi e di emozioni puerili.


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