lunedì 1 aprile 2013

Aprile in 10 poesie di dieci poeti italiani del XX secolo


DISSOLVIMENTO
di Enrico Thovez (1869-1925)

Oh senza amore più! senza speranza! Nella miseria, 
disfatto come un cadavere! E attorno nuvole azzurre, 
mattine chiare di aprile, rumori allegri di carri. 
La mia superbia è caduta: mi striscio abbietto pei muri, 
non vive più del mio sogno nemmeno in me la memoria. 
Oh premer corpi flessuosi! cercar le forme dei seni, 
lisciare carni di rosa, morder con bocche anelanti, 
ghermir con avide mani, stordirsi sino alla morte! 
Ma non quest'ebete vita! questo rimpianto che rode, 
questo ronzare di gente che non discerno, e mi opprime! 
O vita! è tardi, io ti cerco con occhi già quasi spenti! 
Chi canta, suona? Mi scuote. Pare un lamento mortale... 
Qualcosa in me d'ineffabile, d'eroico gonfia dal cuore: 
è un coro, è un organo, è Wagner. Io canto i miei funerali 
dentro il mio cuore, ascoltando, mi intenerisco e mi esalto: 
sento che qualche gran cosa freme e trapassa con me. 

(Da "Il poema dell'adolescenza", Streglio, Torino 1901)





APRILE
di Giovanni Lanzalone (1852-1936)

Ritorni, o amabile madre dei fiori,
con rosee nuvole, con erbe tenere,
madre dei teneri fecondi amori?

Ahi! ma a chi gli aurei doni di Venere
rechi? a chi il reduce riso dei fiori?
Per tutto è incendio mina e cenere.

D'innumerabili lutti e d'orrori
ulula e sanguina la terra immensa,
di pianto e d'odio son gonfi i cuori.

Tu calma, o placida, l'empia bufera:
tu giusta ai popoli pace dispensa:
sii tu dei secoli la Primavera !

(Da "Speranze umane", Guidetti, Reggio Emilia 1919)





APRILE 
di Sebastiano Satta (1867-1914)

Per la strada fiorita 
Tornano al caro monte 
La greggia ed il pastore…

Alla svolta, sul ponte, 
Ti rivedrò, bel fiore, 
Cantando all’apparita.

(Da "Canti del salto e della tanca", Il Nuraghe, Cagliari 1924)





APRILE
di Giuseppe Ungaretti (1888-1970)

È oggi la prima volta
Che le può aprire gli occhi,
L'adolescente.

Esiti, o sole?

Con brama schiva la bendi d'affanni

(Da "Sentimento del Tempo", Vallecchi, Firenze 1933)





APRILE
di Vincenzo Cardarelli (1887-1959)

Quante parole stanche
mi vengono alla mente
in questo giorno piovoso d’aprile
che l’aria è come nube che si spappola
o fior che si disfiora.
Dentro un velo di pioggia
tutto è vestito a nuovo.
L’umida terra
mi punge e mi discioglie.
Se gli occhi tuoi son paludosi e neri
come l'inferno,
il mio dolore è fresco
come un ruscello.

(Da "Giorni in piena", Novissima, Roma 1934)





APRILE
di Olinto Dini (1873-1951)

Ecco: tra cori di rondini,
aprile, ritorni
inghirlandato di rose e di mammole
e di fioretti di pesco e di albaspina,
e, sorridendo agli antichi soggiorni,
voli per questa serena mattina;
e amore t'è insieme;
e la terra a voi freme.

Malinconia
gelida ho in cuore;
ma tu la soffi via
con baci di tepido odore.
O Aprile ridarello
che sei d'amore fratello
e nemico di tristezza,
ridammi giovinezza
di poesia.

(Da "Voci della mia sera", L'Eroica, Milano 1937)





APRILE IN RUGABELLA
di Leonardo Sinisgalli (1908-1981)

Quando a guardare l'orizzonte
Era il suono d'una tromba
La mia voglia di gridare,
Sentivo che la pietra
Era il mio cuore il sole
Rumoroso sulla guancia.
Più caro alla mia vita ora
Pensarmi solo a soffrire:
Più tardi quest'illusione
Passerà. A gran pena
Dispero della mia felicità,
Un giorno come questo ricco
Di squilli forti, un'ora
Piena di carità.

(Da "Vidi le Muse", Mondadori, Milano 1943)





APRILE-AMORE
di Mario Luzi (1914-2005)

Il pensiero della morte m'accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori, 
stranisce l'erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.

Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna 
mentre ti chiedi cos'è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.

Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l'esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m'aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole!

È incredibile che io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un'età, la mia,
che s'aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.

L'amore aiuta a vivere, a durare,
l'amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue o spera, se anche spera,
che un soccorso s'annunci da lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.

La mia pena è durare oltre quest'attimo.

(Da "Primizie del deserto", Schwarz, Milano 1952)





APRILE
di Adriano Grande (1897-1972)

Aprile: oh, rischiararsi
tanto atteso del tempo! Fuga alterna
d'ali nel cielo; sopra i vetri, e dentro
le stanze chiuse, gioco
continuo di riflessi
limpidi e caldi. In me, segretamente,
dacché son reso schiavo
della grigia vecchiezza,
non vivo che di questi
alimenti incorporei, gratuiti
e senza peso. Invento un'esistenza
tutta di madreperla che di luce
solamente si nutra.
                             E duri eterna.

[Da "Poesie (1929-1969)", Mursia, Milano 1970]





APRILE
di Umberto Bellintani (1914-1999)

Tu vivi il tempo di grazia dell'aprile
e tra le canne stormenti dello stagno
se un frullo appena si ode dei palmipedi,
avverti un grido imponente di stupore;
e del tuo cuore se un nonnulla desta un lagno,
il muover d'ali di quell'anatra smarrita,
un piccol sasso, un'inezia ti consola.
È dunque vano che ti dica, e ciò m'allieta,
di come il male della vita qui s'apposta; 
è dunque vano che ti parli della nera
nube che incombe sopra l'anima contrita,
se per l'azzurro dei tuoi occhi sempre sosta
ritta sul palo di laggiù l'upupa rara.

(Da "Nella grande pianura", Mondadori, Milano 1998)

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