sabato 21 giugno 2014

Antologie: "I crepuscolari", a cura di Nino Tripodi




"I Crepuscolari", a cura di Nino Tripodi, Edizioni del Borghese, Milano 1966, è a tutt'oggi la migliore antologia mai dedicata ai poeti crepuscolari. I motivi consistono sia nell'accuratezza della prefazione e della presentazione dei poeti del gruppo, selezionati con generosità e antologizzati abbondantemente; sia nella presenza di una parte che si occupa delle influenze della poesia crepuscolare su quella dei poeti che li seguirono cronologicamente: partendo dai coetani e giungendo fino alle generazioni che all'uscita dell'antologia avevano da poco passato i quarant'anni. Belle anche le foto presenti all'interno del libro che spesso ritraggono i volti dei poeti più o meno importanti appartenenti alla corrente citata. L'opera di Tripodi è formata da un elevato numero di pagine (ben 590) nessuna delle quali risulta sprecata, anzi, quasi sempre va ritenuta quale prezioso documento attestante l'attività interessantissima di quello che fu, almeno a mio parere, il gruppo di poeti più importante del XX secolo. Ecco infine l'elenco dei poeti antologizzati in "I Crepuscolari", che segue l'ordinamento scelto da Tripodi, diviso in due parti (i "veri" crepuscolari appaiono nella prima). 



PARTE PRIMA

Guido Gozzano, Sergio Corazzini, Marino Moretti, Fausto Maria Martini, Corrado Govoni, Guelfo Civinini, Aldo Palazzeschi, Carlo Chiaves, Giulio Gianelli, Carlo Vallini, Nino Oxilia, Auro D'Alba, Tito Marrone, Enzo Marcellusi, Remo Mannoni, Yosto Randaccio, Guido Ruberti, Alberto Tarchiani, Giorgio Lais, Giuseppe Caruso, Guido Milelli, Giuseppe Altomonte.


PARTE SECONDA


Diego Valeri, Lionello Fiumi, Eugenio Montale, Umberto Saba, Ardengo Soffici, Camillo Sbarbaro, Mario Venditti, Augusto Garsia, Nicola Moscardelli, Bino Binazzi, Vittorio Sereni, Gino Bonomi, Virginio Mazzarella, Attilio Canilli, Marco Visconti, Luciano Erba, Elio Pagliarani, Fiore Torrisi.

2 commenti:

  1. Gia... bene o male la seconda parte dovrebbe essere consacrata agli epigoni. A parte Montale, che fu crepuscolare in una prima fase (non conosco questa antologia ma immagino la scelta dalle poesie del ligure verta su pezzi come "Elegia", "Musica silenziosa" e soprattutto "Accordi", insomma sui reperti del protomontale). Come più autenticamente crepuscolare vi riconosco invece Mario Venditti, già appartenente alle scuderie "Taddei".

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  2. Nella seconda parte vi sono alcuni epigoni ma anche poeti di prim'ordine del Novecento, che nel loro excursus poetico hanno attraversato una fase crepuscolare o comunque sono stati influenzati, più o meno sporadicamente, dai versi di Gozzano, Corazzini, Govoni, Moretti ecc.
    Vi compare anche qualche poeta della "Quarta generazione" e addirittura dei "Novissimi", e ciò non deve sorprendere più di tanto poiché alcuni illustri critici letterari nei primi decenni del secondo Novecento parlarono, a proposito della nuova poesia italiana, di un ritorno al crepuscolarismo che, in parte e con connotati non precisissimi, in effetti si verificò.

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