lunedì 26 ottobre 2015

Le foglie nella poesia italiana decadente e simbolista

Le foglie, quasi sempre caduche, cadute, gialle e morte rappresentano la precarietà dell'esistenza; in questo senso fece scuola una poesia di Paul Verlaine: "Chanson d'automne", nei versi: «Et je m'en vais / au vent mauvais / qui m'emporte / deçà, delà / pareil à la / feuille morte». Fu quindi Giuseppe Ungaretti, nei versi di guerra de "Il porto sepolto", che, per indicare in modo netto la situazione incerta dei soldati sul fronte scrisse: «Si sta come / d'autunno / sugli alberi / le foglie». Pochissime sono le eccezioni, una di esse è "Mormorio di foglie" di Paolo Buzzi: qui le foglie degli alberi, smosse dal vento, producono un rumore piacevole, simile ad uno strumento musicale capace di creare un'armonia paradisiaca, fuori dal tempo; sono perciò simbolo dell'ultraterreno. Altra eccezione è quella della poesia di Giuseppe Altomonte: "Sono povere foglie", in cui il poeta paragona i suoi versi alle foglie cadute, seguendo un discorso, pienamente crepuscolare, di smitizzazione della poesia. 




Poesie sull'argomento

Giuseppe Altomonte: "Le foglie" in «Marforio», dicembre 1903.
Giuseppe Altomonte: "Sono povere foglie!" in "Canzoniere minuscolo" (1906).
Diego Angeli: "Orto botanico" in "La città di Vita" (1896).
Paolo Buzzi: "Mormorio di foglie" in "Aeroplani" (1909).
Ugo Fiore: "Foglie erranti" in «La Settimana», novembre 1903.
Aldo Fumagalli: "I nove tocchi" in "Arcate" (1913).
Diego Garoglio: "Una foglia si stacca..." in "Sul bel fiume d'Arno" (1912).
Ugo Ghiron: "Foglie" in "Poesie (1908-1930)" (1932).
Emilio Girardini: "Foglia secca" in "Liriche varie" (1908).
Alessandro Giribaldi: "Messaggio doloroso" in "Canti del prigioniero e altre liriche" (1940).
Domenico Gnoli: "Nel viale" in "Jacovella", Treves, Milano 1905.
Arturo Graf: "Ultime foglie" in "Morgana" (1901).
Achille Leto: "Foglie d'autunno" in "Piccole ali" (1914).
Mattia Limoncelli: "Torpore" in "Faro senza luce", Treves, Milano 1922.
Giuseppe Lipparini: "Le foglie" in "I canti di Mèlitta", Puccini, Ancona 1910.
Nicola Marchese: "Ballata d'autunno, 4" e "Ballata grigia" in "Le Liriche" (1911).
Marino Moretti: "Hortus incultus" in "Poesie scritte col lapis" (1910).
Domenico Oliva: "La musica sonora" in "Il ritorno", Galli di Chiesa e Guindani, Milano 1895.
Giovanni Pascoli: "Foglie morte" in "Canti di Castelvecchio" (1903).
Francesco Pastonchi: "Ballo a Villa d'Este" in "I versetti" (1930).
Francesco ed Emilio Scaglione: "Cadon le foglie..." in "Limen" (1910).
Luigi Siciliani: "Come foglie" in "Modes", Roma 1906.
Diego Valeri: "Foglie, giù foglie!..." in "Umana" (1916).
Mario Venditti, "La raffica" in "Il terzetto" (1911).
Guido Vitali: "Ultime foglie" in "Voci di cose e d'uomini" (1906).




Testi

I NOVE TOCCHI
di Aldo Fumagalli

Lugubri nella notte... nel silenzio
Cadon le foglie su le vecchie foglie
Senza rumore, e il vento non bisbiglia
Una voce fra i rami di betulla.
Cadon lenti da l'alto i nove tocchi,
Lenti e lugubri ad annunciar la Morte.
Cadon le foglie, cadon le vite
Ne l'abisso infinito e sconosciuto.
Taccion i boschi come riverenti
Al passare de l'anime, al dolore
Che sale da le spoglie inanimate!

(Da "Arcate")




FOGLIA SECCA
di Emilio Girardini

Spinta a vortici dal vento,
che a novembre i tralci spoglia,
con un esile lamento
mi perseguita una foglia.

Se talora anco s'arretra,
nuova raffica mi porta
sul cammin la vista tetra
de la foglia arida e morta;

de la foglia che m'insegue
e mi crepita alle spalle
mano a mano, a brevi tregue,
pel sentier che mena a valle.

Sotto grigia aria di neve
e tra strida aspre di corvi,
mentre l'ora da la pieve
batte e ascende i cieli torvi,

va la foglia, mi spaura,
mi rincorre su la traccia
ed un gel di sepoltura,
tutto brividi, mi agghiaccia.


(Da "Liriche varie")



Lucien Levy Dhurmer, "The gust of wind"

1 commento:

  1. E' bello vedere quante nervature esistano in una singola foglia. Ed in verità nessun poeta degno di tale nome è rimasto indifferente a questo miracolo di toni contrastanti, a questa minuscola pagina dei cicli naturali, ora gentili ora crudeli. Vi sono testi che commuovono ancora e riescono a toccare corde sepolte come quelli del Tommaseo sul medesimo tema: quelli di "A una foglia" che vidi la prima volta stampati in verde su di una busta biodegradabile. Allora non lo conoscevo e cercai subito il nome dell'autore. Non so il perchè ma parlando di foglie ogni poeta, ogni uomo sempba divenire più sincero...

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