venerdì 3 marzo 2017

Alassio, marzo

Uscivi nei giorni di vento
infagottata nel rude cappotto, abbassato
il fazzoletto sul viso,
come le vecchie alassine. Alle svolte
dopo tanti anni, ancora
l'occhio s'ostina a ingannarsi, a sorprendere
in altre la nota figura, onde il cuore
al duolo antico trasalga. La raffica
del tramontano violenta
lo sterile mare, sconvolge
la primavera malcerta. Un sì lieve,
un sì trascurabile errore di spazio
e di tempo, e saresti ancora qui.



Questa poesia di Sergio Solmi (Rieti 1899 - Milano 1981) si trova a pagina 75 del primo tomo che raccoglie le opere dello scrittore laziale, intitolato: Poesie e versioni poetiche (Adelphi, Milano 1983). Uscì per la prima volta sulla rivista L'Approdo, nel 1959; in seguito comparve nella raccolta Dal balcone (Mondadori, Milano 1968), per poi essere inserita nel volume Poesie complete (Adelphi, Milano 1974) con, come precisa l'autore nelle note, una notevolissima variante presente negli ultimi tre versi che in precedenza recitavano: [...] un sì lieve / un sì trascurabile errore in cotesta / alta abbagliante macchina di spazio / e di tempo e saresti ancora qui.

È una poesia struggente che Solmi dedicò alla madre, Clelia Lolli, la quale visse, nell'ultima parte della sua esistenza, ad Alassio. Mostra, in modo evidente, una grande sofferenza del poeta, che non si rassegna alla recente scomparsa della donna, e vorrebbe vederla ancora per le strade della cittadina ligure così come se la ricordava negli ultimi tempi della sua vita. L'impossibilità di rivederla e di riabbracciarla fa sì che egli vada a fantasticare una sorta di ritorno nel passato: "un errore di spazio e di tempo" che permetta a chi ha perso per sempre persone molto care, di rivivere insieme a loro. Come sarebbe bello tornare indietro! Soprattutto perché si avrebbe la possibilità di rincontrare chi non tornerà mai più... Possibilità irrealizzabile, come quella di ritrovare le anime dei nostri cari morti dopo la nostra dipartita. Non resta, allora, che ricordare tutti i giorni, da qui alla nostra morte, i momenti, i visi, le parole e le emozioni di chi non c'è più; ché la nostra vita è per sempre legata a loro per i bellissimi attimi di felicità che ci hanno fatto vivere e che non vivremo mai più. 

1 commento: