martedì 9 maggio 2017

Da "Controcorrente" di Joris Karl Huysmans

Nel suo letto, al mattino prima di addormentarsi, con la testa sul guanciale, contemplava il suo Theokópulos il cui colore atroce mortificava un po' il sorriso della stoffa gialla e la richiamava a un tono più grave, e allora gli era facile immaginare di vivere a cento leghe da Parigi, lontano dal mondo, nel totale isolamento di un chiostro.
E, tutto sommato, egli favoriva la propria illusione conducendo un'esistenza non molto dissimile da quella di un religioso. Godeva così dei vantaggi della clausura evitandone gli inconvenienti, cioè la disciplina soldatesca, la scarsa cura del corpo, il sudiciume, la promiscuità, la tediosa inoperosità. Come aveva fatto della sua cella una camera confortevole e tiepida, così aveva reso la propria vita normale, dolce, circondata di benessere, occupata e libera.
Come un eremita, era maturo per la solitudine, sfiancato dalla vita da cui non si aspettava più nulla; e come un monaco si sentiva pervaso da un'immensa stanchezza, da un bisogno di raccoglimento, dal desiderio di non avere più nulla in comune con i profani, che per lui erano gli utilitaristi e gli imbecilli.
Insomma, benché non provasse alcuna vocazione per lo stato di grazia, nutriva una sincera simpatia per le persone chiuse nei monasteri, perseguitate da una società malevola che non perdona loro né il giusto disprezzo che hanno per lei, né la risoluta volontà di riscattare, di espiare con un lungo silenzio la spudoratezza sempre crescente delle sue chiacchiere assurde e stupide.




Questo frammento è tratto dalla fine del V capitolo del famoso romanzo Controcorrente (À rebours, Charpentier et Cie, Paris 1884) dello scrittore francese Joris Karl Huysmans (1848-1907). Precisamente, è la fine del V capitolo, in cui viene descritto l'interno dell'abitazione del protagonista: Jean Floressas Des Esseintes. Un uomo, come si può leggere anche qui sopra, ormai lontano dal mondo e dall'umanità, che cerca di costruirsi, grazie ad un benessere non indifferente di cui può godere, una vita fuori della vita. Eccolo allora rinchiudersi nella sua cella di lusso, circondato da piante e libri rari, solo con le sue costose passioni (il Theokópulos di cui si parla all'inizio del frammento è un quadro pregiato e semisconosciuto del pittore greco Domenikos Theokópulos, che raffigura il volto di Gesù). Nei capitoli successivi, si capirà che tali artifizi non serviranno a guarire da una nevrosi che esploderà e porterà Des Esseintes a tentare altre strade per uscire da una situazione esistenziale molto precaria.

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