lunedì 21 agosto 2017

I laghi nella poesia italiana decadente e simbolista

Parlando di laghi, è opportuno ricordare che bisogna sempre riconnettersi al discorso delle acque (escludendo ovviamente le acque correnti). In queste poesie si nota molto spesso la presenza di elementi inquietanti. Nei versi di Mastri, per esempio, le acque del lago assumono un insolito colore rosso che trasmette nella mente del poeta tutta una serie di pensieri orribili. Anche nella poesia di Tumiati: Il lago salato, sembra di vivere in una sorta di incubo dove c'è una figura femminile in preda ad una sete tremenda che infine trova, come unico luogo dove potersi dissetare, un lago dalle acque velenose. A proposito di donne, vi sono vari componimenti che le vedono, giovani e belle, bagnarsi nelle acque dei laghi; a volte però, l'immagine gradevole e invitante delle giovinette svestite che giocano nelle acque lacustri altro non è che una trappola mortale per gli uomini ipnotizzati da tale visione. Si riscontra inoltre, in alcune poesie, l'elencazione di una serie di immagini, figure, rumori; ad esempio, spesso compaiono le nebbie che, gradatamente, coprono le acque dei laghi; oppure i cigni che vagano all'interno del bacino lacustre o, ancora, il suono, in lontananza, di campane. Tutti elementi, questi ultimi, che si ritrovano facilmente in molti altri versi di poeti liberty, simbolisti, crepuscolari e decadenti.



Poesie sull'argomento

Diego Angeli: "Ricordo di Lucerna" in "L'Oratorio d'Amore. 1893-1903" (1904).
Francesco Cazzamini Mussi: "Lago di Bourget" in "Fogline d'assenzio" (1916).
Girolamo Comi: "Intraducibili sono i tuoi splendori" in "Lampadario" (1912).
Gabriele D'Annunzio: "Sul lago di Nemi" in "Elegie romane" (1892).
Alfredo Galletti: "Ombra" in "Odi ed elegie" (1903).
Luisa Giaconi: "Il laghetto" in "Tebaide" (1909).
Cosimo Giorgieri Contri: "Sera di lago" in «Nuova Antologia», aprile 1907.
Corrado Govoni: "Laghi" in "Le Fiale" (1903).
Arturo Graf: "Acqua chiara..." in "Medusa" (1890).
Arturo Graf: "Il lago delle ondine" in "Morgana" (1901).
Giuseppe Lipparini: "Il lago" in "Le foglie dell'alloro. Poesie (1898-1913)" (1916).
Gian Pietro Lucini: "Or all'alba od al vespero..." in "Il Libro delle Figurazioni Ideali" (1894).
Pietro Mastri: "Il lago rosso" in "L'arcobaleno" (1900)
Mario Morasso: "Il simbolo di Carmen in Helène Hastreiter - Epilogo" in "I Prodigi" (1894).
Domenico Tumiati: "Ricordo di lago" in "Musica antica per chitarra" (1897).
Domenico Tumiati: "Il lago salato" in «Il Marzocco», novembre 1897.
Diego Valeri: "Pomeriggio sul lago" in "Umana" (1916).



Testi

OMBRA
di Alfredo Galletti

Il lago è già immerso ne l'ombra,
ma in alto un supremo bagliore
                       sfavilla.
Laggiù ne l'azzurra penombra
la stella ch'è sacra a l'amore
                       scintilla.

La nebbia leggiera si spande
su l'acque, su i prati: le cose
                       pallenti
proiettano un'ombra più grande;
somigliano a larve brumose
                       vanenti.

Lontano rumor di campane
da l'acque sonore echeggiato
                       si muore,
par voce d'angosce lontane
che desti un dolore obliato
                       ne 'l cuore.

La luce da i cieli, la vita
da i campi, da i fior la fragranza
                       s'invola;
o anima stanca e ferita,
s'invola da te la speranza:
                       sei sola.

(Da "Odi ed elegie")




LAGHI
di Corrado Govoni

O laghi cristallini e smeraldini
ricamati di bianchi nenufari
candidi come improvvisati altari
con nappe pendule di pannolini;

o laghi azzurri, o laghi oltre marini
circondati da boschi solitari
con i branchi di cigni pellegrini;

o laghi in cui i monti immacolati
flettono la purezza d'innocenti
culmini ornati di perpetuo sfagno;

laghi dove i crepuscoli rosati
muoiono lenti sanguinolenti
come in immensi specchi senza stagno.


(Da "Le fiale")

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