domenica 8 aprile 2018

"Tetano metafisico". Tutte le opere di Giuseppe Vannicola


È uscito recentemente uno di quei libri che si aspettano per anni e anni, perché troppo spesso ci si accorge che, di uno scrittore importante, non esiste ancora un'opera che comprenda la sua intera produzione, e ci si chiede il motivo della mancanza senza trovare una giustificazione valida. Ebbene, grazie al decisivo interessamento di Stefania Iannella, l'editore Aragno di Torino ha da poco pubblicato un volume che raccoglie l'opera omnia di Giuseppe Vannicola. Costui, oggi quasi completamente ignorato, ebbe un ruolo cruciale nella letteratura italiana dei primissimi anni del Novecento; il suo nome è ricorrente in periodici, giornali e riviste memorabili come Il Mattino, La Voce, Lacerba, Il Regno, Leonardo e Poesia; fu anche direttore di Prose: rivista che ebbe breve vita ma che può vantare, nelle sue pagine, firme di prim'ordine del mondo letterario di allora¹. Purtroppo, la sua attività artistica durò poco: afflitto da problemi di salute piuttosto seri, fu, in breve tempo, costretto ad interrompere qualsiasi lavoro, e morì non ancora quarantenne². Questo volume, che ha per titolo Tetano metafisico, comprende, insieme ai testi più noti dello scrittore e musicista marchigiano, come De profundis clamavi ad te e Il veleno (che era già abbastanza facile reperire perché ripubblicati da non molti anni o perché inclusi tra le opere consultabili on-line in siti come Liber Liber), anche altri testi, non inferiori rispetto a quelli citati, i quali erano caduti nel dimenticatoio, non essendo stati più pubblicati da ormai più di un secolo; è il caso delle poesie di Trittico della vergine, di prose come Sonata patetica, Corde della grande Lira e Distacco, nonché degli articoli pubblicati dal musicista italiano in alcuni periodici e quotidiani dei primissimi anni del XX secolo; completano il consistente volume, le prefazioni alle sue ottime traduzioni e gli scritti pubblicati dopo la sua morte. Il titolo, che a prima vista può apparire bizzarro, altro non è che una citazione tratta da una lettera che Vannicola scrisse all'amico Giovanni Papini, definendo in tal modo il male che affliggeva entrambi (nella medesima lettera Vannicola aggiunge che Papini riuscirà certamente a superare questo stato precario, mentre lui ne è e ne rimarrà vittima).
Come già accennato, l'uscita di questo libro, che contribuirà sicuramente ad ampliare la conoscenza e la fama di Vannicola: personaggio di sicuro fascino e d'importanza fondamentale, non solo a livello nazionale, è avvenuta grazie all'editore Aragno ed a Stefania Iannella³; quest'ultima, che è la redattrice del saggio introduttivo (in cui si possono leggere sia una dettagliata biografia che una serie di opportune delucidazioni riguardanti tutte le opere di Vannicola) e delle annotazioni a piè di pagina, aveva già scritto l'ottima introduzione della ristampa di Piccolo libro inutile: l'opera poetica più significativa di Sergio Corazzini (in cui compaiono anche i versi dell'amico Alberto Tarchiani); e, a tal proposito, non è difficile notare alcune somiglianze tra questi due scrittori che vissero a Roma nel primo decennio del Novecento, divenendo anche amici; sicuramente, entrambi rivolsero la loro attenzione alla migliore letteratura francese di quel preciso periodo storico; grazie a questa apertura mentale, ognuno con la propria personalità e con, a volte, nette differenze di stile (Vannicola prediligeva la prosa alla poesia e Corazzini il contrario), contribuirono a dare un respiro europeo alla nostra letteratura, troppo spesso chiusa in un provincialismo senza sbocchi e legata ad una tradizione sì prestigiosa, ma ormai sicuramente anacronistica. Di Sergio Corazzini è stato pubblicato molto, anche in tempi recenti; al contrario, di Giuseppe Vannicola, negli scaffali delle librerie italiane si trovava ben poco fino ad oggi; quest'opera si può quindi definire come una grossa lacuna colmata ed è sicuramente preziosissima.   



NOTE
¹ Per chi fosse interessato all'opera letteraria di Giuseppe Vannicola, è possibile consultare anche il seguente sito: https://vannicolagiuseppe.wordpress.com/
² Anche se, come fa notare la curatrice di questo libro nella parte biografica, non sarebbe del tutto impensabile che Vannicola sia morto di morte violenta, causata da un incidente o, addirittura, da un assassinio (in quest'ultimo caso, potrebbero essere i debiti accumulati dall'artista marchigiano o la gelosia nei confronti di un'amica caprese, ad aver spinto qualcuno verso l'omicidio). Ma queste sono supposizioni che nascono dal ritrovamento, da parte di Ferdinando Gerra, di un manoscritto di Giovanni Papini in cui lo scrittore toscano esclude che Vannicola si sia suicidato e azzarda l'ipotesi dell'omicidio.
³ I lavori e le pubblicazioni di Stefania Iannella sono elencati nel sito: https://stefania-iannella.webnode.se/pubblicazioni

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